Secondo il protocollo 'Train the brain' rallenta la malattia e aiuta il recupero
Allenare il cervello proprio come si fa col corpo facendo ginnastica, per mantenerlo vivace e contrastare il più possibile l'invecchiamento e le demenze, in particolare l'Alzheimer, che oggi colpisce 47 milioni di persone nel mondo (circa 800mila in Italia), che diventeranno 135 milioni nel 2050. È quanto si propone il protocollo Train the Brain, paragonabile ad una "palestra della mente", applicato dalla Fondazione Igea onlus ed illustrato in occasione dell'incontro 'Dottore non ricordo più'. I risultati della sperimentazione, che non prevede l'impiego di farmaci ma corretti stili di vita e attività di training fisico e cognitivo (controlli clinici, attività cognitive, razionali, mnemoniche, creative ed emozionali), sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.
Il protocollo, ideato dal professor Lamberto Maffei, neurofisiologo e presidente onorario dell'Accademia dei Lincei, è stato sperimentato per 4 anni agli Istituti di Fisiologia Clinica e di Neuroscienze del Cnr, in collaborazione con l'Università di Pisa e una sperimentazione sta iniziando all'Università La Sapienza di Roma. La prima applicazione con lieve declino cognitivo è costata quattro milioni di euro e ha dato importanti risultati positivi, rallentando la patologia e aiutando nella prevenzione e nel recupero. L'80% dei pazienti che ha partecipato, in totale 113, ha mostrato un significativo miglioramento cognitivo; del restante 20%, la stragrande maggioranza era stabile e solo due pazienti risultavano peggiorati. Coloro che erano nel gruppo di controllo, presentavano invece, nello stesso arco di tempo, un peggioramento rilevante. I trattamenti praticati hanno fatto registrare anche un aumento dell'afflusso sanguigno nel cervello e una miglior risposta cerebrale a compiti impegnativi. "La Fondazione è nata con lo scopo di rendere il protocollo disponibile a tutti proprio perché ha dato risultati positivi - sottolinea il vicepresidente Giovanni Anzaldi -. Il cervello è un organo come tutti altri e ha bisogno di cure e prevenzione".
fonte: Scientific Reports, ansa
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